sabato 26 maggio 2012

HABEMUS VLAD

Ogni riferimento fittizio a persone o fatti realmente accaduti
è volutamente casuale.
La depersonalizzazione di un insano tendere non è certa, ma sempre indissolubilmente assoluta.
 
 
 
 
 

7 commenti:

  1. Queste foto come tutte quelle che realizzi hanno un certo fascino e teatralità e con una bella luce che ne delinea la poetica decadenza. Mi piacciono molto! Complimenti! Buon weekend! Ciao Cri : )

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  2. Ma ti "capi" solo quelle dove sono i passeggini o te lo porti dietro e lo piazzi lì per lo scatto? :)
    Belle assai 'Brato

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  3. Ehi....Matteo.....corre voce in giro che Dario Argento ti sta cercando :)))))))
    Credo proprio che ti voglia come sceneggiatore....in fondo, in quest'immagini, io riesco a veder anche gli spiriti. E mi sorridono anche....Accidentaccio :)))))))))
    Buona Domenica ricercatore dei mondi persi!

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  4. La prima è stupenda oltre che perfetta. Quella col passeggino la trovo alquanto triste.
    Comunque complimenti,oltre che fegato(ho il terrore dei topi e ho l'impressione che in questi luoghi vi regnano) hai un occhio artistico.
    Ciao,Francesca

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  5. Anche la personalizzazone, nel suo sano tendere al relativo, ha il suo rischio...ed è un pò più ottusa all'assoluto....In queste foto è ben rappresentata la lenta derealizzazione di ciò che non è più sano, divorato da un positivo degrado! Saluti, Liber(io)

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  6. Inquietante ma affascinante.

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  7. Assecondando la sequenza cronologia delle immagini da te proposte, Matteo, il tuo ultimo post mi ha ispirato questa visione che, convengo alquanto personale e forse fuori dal contesto ma, di sicuro, ispirato dal tuo post.

    IL DESTINO DI GIULIETTA E LA STRATEGIA DI SHAKESPEARE

    Esterno/Giorno - "En plein aire" il balcone segreto di Giulietta Capuleti, il vero balcone della leggenda, quello che s'affaccia nei luoghi interni e privatissimi della rivelazione della sua sensualità adolescenziale. Le due arcate in primo piano non sono forse simili ad occhioni sgranati?

    Interno/Pomeriggio - La storia è avviata e si è riso e si è pianto, la tragedia è ancora al di là da venire eppure......eppure, sotto il balcone già iniziano a cedere le fondamenta del palazzo impossibile, però, rendersene conto per Giulietta che eterea, percorre leggera l'intera struttura, tra entusiasmo e meraviglia. Ed inconsapevolezza.
    Perchè Shakespeare non veglia più assiduamente su di lei? Dovrebbe ben preoccuparsi di fortificare, per lei, le fondamenta!

    Interno/Mattino - Giulietta è ancora in superficie, a livello della prima foto, dove c'è il verde e l'azzurro, nella immaginifica prospettiva del suo balcone. Ieri ha consumato la sua prima, ed unica, notte di nozze. Notte acrobatica, gioiosa, eccessiva. Il pavimento vibra ma lei non se ne avvede, convinta com'è che sia l'amore ha produrre il dissestamento e, in qualche modo, è pur vero. Poi, subito dopo l'alba, lei è sprofondata, avvolta ancora nella incoscienza del sonno, nella terza foto, esattamente laddove è ora quella carrozzina derelitta, inappropriata allo scopo, ferrugginoso reperto di tanti destini.
    Shakespeare, dal canto suo, si è peritato di lasciarle aperta, sullo sfondo, una porticina traballante, confine tra l'interno e l'esterno (facile metafora il passaggio sottointeso tra le possibilità e le necessarietà, scontatissimo nella versione vita/morte)
    Ehy, Shakespeare, quella porta non è sufficiente a nulla e la carrozzina......non era neppure invenzione di quei tempi.
    Dunque, avevi già deciso a priori, e senza interpellanze, il destino di Giulietta?

    Esterno/Mattino - Ciò che rimane della leggenda è nel primo capitolo, come nella prima immagine: la reminiscenza del balcone come la testimonianza storica dell'esistenza di Giulietta. Questa volta, però, ci viene raccontata attraverso l'inquadratura di una sola arcata: non è più la visuale di Giulietta ma quella del diabolico Shakespeare, Deux ex machina

    Esterno/Mattino - L'ultima immagine della sequenza è la più macchiavellica, quella che l'illusionista Shakespeare ci ha lasciato come testimonianza della sua strategia programmata, organizzata, circostanziata, un pò rifacentesi alle nostre didascalie filmografiche che recitano:
    "ogni riferimento fittizio a persone o fatti realmente accaduti è volutamente casuale".
    Ma dove, in realtà, di casuale non c'è davvero nulla.
    Dietro la quiete scenografica dell'ultima immagine c'è il dramma: il verone segreto, le fondamenta tarlate, la carrozzina ferrugginosa, una porta che non si apre: ogni via di fuga preclusa per l'adolescente Giulietta, vittima sacrificale sull'altare della letteratura e per la gloria eterna di Shakespeare.

    Scusa la follia di questo commento, Matteo......
    Un bacio
    A presto
    Marilena
    P.S. - Le immagini parlano e raccontano e......

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