venerdì 16 dicembre 2011

IL PAESE DEI BALOCCHI

Pellegrinaggio a Consonno
Frazione di Olginate - LC
30.06.2011

Inerpicato sulle montagne della provincia di Lecco, sorge il paese fantasma di Consonno.
La storia del paese è molto antica: la sua collocazione strategica ne aveva fatto territorio ambito sin dai tempi del Medioevo. La gente del luogo viveva senza troppi stenti di agricoltura di sostentamento e piccolo artigianato, con la protezione del monastero di San Pietro al Monte di Civate, del quale seguì le sorti storiche. Ai tempi della Repubblica Cisalpina il monastero cessò di esistere e tutte le proprietà, compreso il territorio del borgo di Consonno, vennero vendute. Col passare del tempo, le sempre diverse esigenze della società, nonché un rialzamento del tenore di vita generale avevano portato ad un progressivo spopolamento del piccolo borgo, che tuttavia manteneva un nucleo fisso di abitanti, quantificabile in circa 300 persone, diminuite a una sessantina nel dopoguerra.
Negli anni seguenti al boom economico, l'industriale Mario Bagno comprò l'Immobiliare Consonno Brianza, che possedeva tutte le abitazioni del borgo. Il paesino venne completamente demolito, eccetto la chiesa di San Maurizio, la canonica, una casa adiacente e il piccolissimo cimitero, e tutti gli abitanti furono costretti ad andarsene. Al posto dell'antica Consonno fu costruito quello che doveva essere nelle intenzioni di Mario Bagno un grande centro commerciale e di divertimento. Furono quindi costruiti edifici commerciali e di intrattenimento nelle più svariate forme architettoniche: una galleria commerciale arabeggiante con minareto, che nell'ultimo piano ospitava dei piccoli appartamenti per le vacanze, una pagoda cinese, un castello medievale come porta di ingresso, oltre a un albergo di lusso. Venne anche spianata la collina di fronte al paese per migliorare la vista panoramica.
Il successo del progetto però ebbe poca durata: come tutte le novità che irrimediabilmente finiscono nel dimenticatoio dopo poco tempo, la gente iniziò progressivamente a dimenticarsi di questo luogo: le attività cominciarono a diminuire, fino allo smettere completamente, il giorno in cui una frana ostruì la strada di accesso principale al paese, quasi come se la natura volesse ribellarsi contro quell’assurdo progetto.
La desolazione si impadronì allora di quello che nella mente dei progettisti avrebbe dovuto essere un paese dei balocchi, tramutato ora in vera e propria città fantasma.
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Ma loro se lo prendono...